Articolo di Redazione: a cura di Matteo Saracini
L’Imperatore Marco Aurelio, uno che di governo se ne intendeva, all’inizio della sua opera “Pensieri”, ringrazia l’amico Sesto per aver ricevuto in dono da lui “la tolleranza verso gli incolti e verso chi si forma opinioni prive di fondamento scientifico.” Poco più avanti, Marco Aurelio ricorda come da Severo avesse ricevuto invece “…l’idea di uno stato democratico, fondato sull’uguaglianza e sulla libertà di parola;”.
In pieno Seicento e in modo ampiamente rivoluzionario, nel suo celebre Trattato sulla Tolleranza, Voltaire afferma che “Di tutte le superstizioni, la più pericolosa è quella di odiare il prossimo per le sue opinioni”. Il filosofo francese era convinto che una pacifica convivenza tra gli uomini fosse possibile solo attraverso il rispetto reciproco e la libertà delle opinioni.
Reso celebre da Martin Luther King, che lo estrapola dal pensiero sempre di Voltaire, è l’aforisma “La mia libertà finisce quando inizia la vostra”. Per lo storico attivista americano era fondamentale porre un limite al concetto stesso di libertà, a volte confuso ed eccessivamente permissivo.
Libertà non vuol dire mai avere la possibilità di fare ciò che si vuole, perché questo colliderebbe inevitabilmente con il concetto stesso di libertà. A questo, Martin Luther King ci era arrivato da un pezzo.
Il problema, perciò, è il seguente: quando e in che modo il nostro comportamento, i nostri atteggiamenti e soprattutto le nostre scelte influenzano e limitano la libertà degli altri? La risposta è semplice: praticamente sempre! Ce lo dice Marco Aurelio, quando ammette la possibilità che qualcuno abbia idee strampalate; lo sottolinea Voltaire, perché proprio lui traccia un primo confine alla libertà, dichiarando apertamente che non siamo in presenza di un concetto assoluto ma estremamente relativo. Martin Luther King, che si trova dall’altra parte, è addirittura certo che il confine si possa spostare fino a trovare un equilibrio.
“Equilibrio” è la parola chiave di ogni pacifica convivenza, insieme alla consapevolezza che siamo tutti parte di una società e che le nostre decisioni ricadono continuamente e indiscutibilmente sulle vite di chi condivide il nostro stesso contesto sociale. Con l’odio non si risolve nulla, ce lo ricorda sia l’imperatore sia il filosofo francese, ma attenzione ad amministrare la libertà come fosse illimitata: i confini arrivano sempre, per il bene di tutti.
Matteo Saracini
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