Articolo di Redazione: a cura di Dafne Fossa
Autunno, tempo di tornare a scuola e di trovare la voglia di riaprire libri impolverati durante le settimane assolate. Per un ritorno che spaventa tuttavia ci sono tante novità che incalzano e per i più giovani una creazione firmata TikTok che, in collaborazione con PlayCo, ha avviato il primo videogioco in grado di tenere adolescenti e non ancor più incollati allo schermo. Per il social che vanta più di 689 milioni di utenti l’avvio di Sway stories, questo il nome del nuovissimo instant gaming, rappresenta la reale possibilità di aumentare non solo il bacino di utenza ma anche il tempo che ogni singola persona spende sulla piattaforma, considerato che è possibile avviare il gioco senza dover uscire dall’applicazione.
Il nome del videogame richiama le celebri Sway Houses, presenti anche in Italia, che rappresentano abitazioni in grado di ospitare Tiktokers i quali, durante la convivenza, sperimentano momenti di confronto con i colleghi, di convivialità ma anche di crescita professionale. Il videogioco appena creato promette di incrementare il tempo trascorso su Tiktok, permettendo a ciascun giocatore di diventare content creator e di prendere parte a una festa all’interno della Sway House. Durante l’evento in questione è possibile conoscere altri membri, anch’essi partecipanti al gioco, ed entrare fattivamente nel mondo dei social media, incrementando la visibilità e il numero di followers.
Se l’entrata di Tiktok nel business dell’instant gaming promette incrementi consistenti a livello economico, occorre però riflettere sulle conseguenze etiche sociali di questa novità. Sempre più ragazzi rimangono affascinati dal mondo dei social media e investono gran parte del proprio tempo su queste piattaforme che, nel migliore dei casi costituiscono una distrazione, nei peggiori un’alternativa alla realtà. Per quanto concerne in particolare Tiktok, nel 2020 gli utenti registrati sono stati 5,4 milioni, con un incremento negli ultimi nove mesi del 457%; inoltre, secondo recenti studi, il tempo trascorso ogni giorno su piattaforme social si aggira attorno alle tre ore.
Ciò induce a interrogarci su come stia cambiando la nostra vita, su quale impatto abbiano i social sulla nostra esistenza e a costo di quali rinunce in termini sociali. Inventare nuovi strumenti di intrattenimento senza dubbio incrementa i guadagni e la crescita dell’azienda ma sottrae tempo e altera le priorità, soprattutto dei più giovani, sempre più attratti dal mondo degli influencers, apparentemente ricchi il doppio e occupati la metà della gente comune. In un mondo che corre sempre più veloce, twitta, posta ma dialoga gradualmente in minor misura, siamo davvero certi di essere di fronte all’ennesima conquista senza alcun effetto collaterale? A ognuno la risposta che, lungi dall’essere la medesima per ciascuno, deve però poter essere la più onesta possibile e deve poter rendere conto di quante relazioni interpersonali si perdono, di quanta apparenza si sacrifica dinanzi uno schermo opaco, a meno che non si utilizzino gli ultimi filtri in circolazione per un’immagine di sé sempre al passo con i tempi.
Dafne Fossa
Foto di Kon Zografos da Pixabay