Articolo di Redazione: a cura di Alessandra Saltalippi
È ufficiale: dalle 11:50 circa del 5 ottobre 2021 il Professor Giorgio Parisi è premio Nobel per la fisica.
Il primo, fra i suoi predecessori della facoltà di fisica dell’università di Roma La Sapienza, fu Guglielmo Marconi. Ed è proprio tra i corridoi dell’edificio Marconi, sede del dipartimento, che si sono alzate grida di festeggiamento, per colui che da anni è l’emblema del prestigio della nostra classe docente.
Giorgio Parisi è l’ultimo di una importante stirpe di premi Nobel di questo dipartimento: Guglielmo Marconi (vinse a 35 anni), Enrico Fermi (vinse a 37 anni), Emilio Segrè (vinse a 54 anni), Carlo Rubbia (vinse a 50 anni) e Giorgio Parisi (vince a 73 anni).
Il premio a Giorgio Parisi è stato assegnato «per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi», in particolare, per «la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria».
Giorgio Parisi è un professore e ricercatore che ha dedicato la sua vita alla fisica restando estremamente poliedrico, dedicandosi a temi di attualità e proponendo le sue idee in ambito politico.
Anni fa è stato protagonista di un dibattito Parisi vs Bachelet, proposto ed organizzato dagli studenti sul tema “referendum costituzionale” ed è stata un’emozione unica vedere un professore del suo calibro immerso in quel contesto. Totalmente a proprio agio in una situazione che assomigliava a una occupazione universitaria degli anni ’60.
È stato di grande lezione per noi studenti vedere che, se si è umili, i successi del proprio lavoro non rendono distanti dal resto del mondo o sopra di esso ma, anzi, avvicinano agli altri, con la responsabilità che la propria presenza sia necessaria ed importante.
Ed è così che lui è sempre in prima linea nel proporre le sue idee, nel confrontarsi e nel condividere i suoi pensieri con gli altri. Come quando, all’alba della pandemia, ha cominciato ad analizzare il fenomeno Covid-19 dal punto di vista statistico, pubblicando anche le sue deduzioni su gruppi Facebook, quali, ad esempio “physicists against sars-cov-2”.
Inoltre è di grande esempio, vedere come la attività lavorativa di un fisico, possa essere così longeva. Per quanto le doti del professor Parisi siano pressoché ineguagliabili, il suo esempio fornisce a tutti noi fisici la speranza di poter lavorare tanto a lungo da poter tentare anche noi di essere importanti per il progredire della scienza.
Oggi non ha vinto solo il Fisico Giorgio Parisi, con lui ha vinto il nostro dipartimento che ha guadagnato, se possibile, ancor più prestigio. Con lui ha vinto la nostra università, madre di molti premi Nobel. Con lui hanno vinto i suoi studenti che oggi, e forse solo per oggi, vedono accesa una speranza. La speranza di poter riaccendere i riflettori sul mondo della ricerca in Italia, nell’augurio che questa vittoria abbia reso chiaro quanto il mondo accademico sia importante per il progredire della scienza e della conoscenza. Oggi ha vinto il nostro paese, non perché (come nello sport) abbia battuto altri paesi, ma perché ha vinto l’ennesima opportunità di capire quanto sia importante investire sui ricercatori e incentivarli a restare nel nostro paese piuttosto che migrare all’estero, dove sono accolti a braccia aperte.
Grazie professor Parisi a nome di tutti i fisici di oggi e di tutti i fisici di domani.
Alessandra Saltalippi

Foto: account ufficiale Sapienza Università di Roma, @sapienzaroma